Documento per il contrasto alle violenze di genere in università

I più recenti fatti che hanno coinvolto il Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione e la Scuola di specializzazione in Medicina Legale dell’Università degli Studi di Torino hanno portato all’attenzione di tutte e tutti una problematica complessa e radicata che non può essere ridotta a qualche “mela marcia”.

Sappiamo bene come la violenza di genere in ogni sua forma sia radicata nella nostra società e pervada ogni ambito dell’esistenza, dalla sfera personale, a quella familiare, sociale, lavorativa e culturale. Pertanto sarebbe grave considerare che le Università siano un’eccezione a tutto questo.

Nei nostri luoghi di studio e di lavoro si ripropongono, infatti, dinamiche di potere e sopraffazione legate alle asimmetrie di ruolo che si traducono in relazioni diseguali e logiche competitive che schiacciano in particolare studentesse e lavoratrici.

Un sistema universitario che riproduce e ripropone la posizione di subalternità che le donne hanno nella nostra società è un sistema ineguale di cui abusi e molestie sono la massima e più violenta espressione.

Considerare l’università inserita nel suo contesto sociale e politico è necessario per capire a pieno e non sottostimare la sistematicità del problema. È importante sottolineare come questi eventi di sopraffazione e violenza risultino ancora più in contrasto con gli obiettivi che l’Università si dà come istituzione. Per questo motivo è urgente e necessario che gli atenei non siano lo specchio delle dinamiche violente e discriminatorie tipiche della nostra società, ma che provino a delinearsi come un contesto più avanzato.

Le vicende emerse negli ultimi mesi hanno messo in luce ancora una volta come gli strumenti messi a disposizione dall’Ateneo non siano adeguati alla dimensione e alla complessità del problema.

Come parte della Comunità Accademica, ci rivolgiamo agli organi di governo centrali e periferici di competenza, per richiedere:

  • che vengano stanziati i fondi per l’apertura di almeno uno sportello antiviolenza presso ciascun polo dell’ateneo, in luogo separato dai locali dedicati all’attività didattica e con orari di apertura congrui. Poiché non si possono ignorare le difficoltà emotive e psicologiche della segnalazione, almeno per quanto attiene alla componente studentesca, il primo contatto dovrebbe essere gestito da pari adeguatamente formati ad affiancare il personale qualificato;
  • che venga costituita una commissione paritetica ad hoc (eletta da studenti, docenti e PTA) che possa monitorare le segnalazioni che arrivano dagli sportelli antiviolenza e la loro evoluzione, fornendo una rendicontazione annuale sul funzionamento degli sportelli stessi, sulla conoscenza di questi nella Comunità accademica formalizzando, ove necessario, nuove proposte per affrontare tali segnalazioni in un percorso capace di adattarsi alle difficoltà emergenti. Questa rendicontazione dovrà essere presentata e discussa in Senato Accademico, Consiglio di Amministrazione e nei Consigli di Dipartimento;
  • che venga promossa una efficace campagna di comunicazione attraverso social, mail istituzionale, locandine, volantini informativi e una sistematica presentazione all’inizio di tutti i corsi relativamente alla presenza e al funzionamento di simili strumenti;
  • che si proceda ad una revisione del Codice di comportamento e del Codice etico con particolare riferimento a:
    • una più dettagliata definizione degli illeciti e delle sanzioni
    • una maggiore trasparenza, soprattutto verso i/le denuncianti, in merito all’iter dei processi decisionali che portano alle sanzioni disciplinari o all’archiviazione
    • una riduzione dei tempi massimi per l’espletamento del procedimento (che oggi è di 300 giorni)
    • un minor accentramento di funzioni e responsabilità nelle mani del rettore nella nomina del/della Presidente del Comitato Unico di Garanzia e del Collegio di disciplina, nonché nella trasmissione delle segnalazioni al Collegio stesso;
  • che vengano migliorati gli strumenti di rilevazione dell’opinione studentesca sull’esperienza didattica e relazionale con i/le docenti in modo che possano essere efficacemente utilizzati per attività di monitoraggio;
  • che vengano attivati, a partire dall’a.a. 2024-25, insegnamenti interamente dedicati agli studi di genere all’interno dei corsi di laurea dell’ateneo per favorire una maggiore sensibilizzazione rispetto alle diseguaglianze che segnano la nostra società e fornire alle/agli studenti gli strumenti teorici e operativi per individuare e analizzare criticamente i fattori che concorrono a generare discriminazioni in base al genere;
  • che vengano attivati in ciascun dipartimento e direzione percorsi di confronto aperti a tutte e tutti sui temi delle discriminazioni e della violenza di genere e di formazione finalizzata all’auto-responsabilizzazione e alla vigilanza reciproca;
  • che vengano garantiti spazi che assolvano a una funzione educativa intrastudentesca. L’ateneo dovrebbe sempre assicurare alle/agli studenti la presenza di luoghi che possano favorire e incentivare il confronto su queste ed altre tematiche.

Queste nostre richieste partono dal considerare l’università una comunità di studio e di ricerca attenta ai bisogni, alle aspirazioni di tutte e tutti e al benessere delle persone, che favorisce un ambiente collaborativo, aperto al dialogo, inclusivo, attento a promuovere la crescita personale e professionale.

Assemblea di Studenti, Dottorandi/e, Assegnisti/e, PTA, Docenti del 18/03/2024